Posts written by Cavia Cobaya

view post Posted: 26/6/2011, 12:42 Marine da tutto il mondo - Progetto Arte
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Genova, Quarto dei Mille: la baia di Priaruggia.
view post Posted: 25/12/2010, 15:21 Novelle per una giorno, un anno o forse tutta la vita... - Riflessioni e Sogni
Il giunco e la Brezza di Simone Fornoni

C'era una volta un giunco, anche se dall'esterno pareva una quercia perennemente incazzata. Un albero che agli occhi dei più pareva scolpito nella roccia, l'aspetto severo e solido di qualcosa destinato a non essere mai abbattuto, a rimanere con le radici ben piantate, il tronco rigido e impettito e le fronde intonse. Ma lui lo sapeva, in cuor suo, di essere in balìa dei venti. Anche se caratterialmente avrebbe voluto prendere la direzione che più gli aggradava. Finché non incontrò la Brezza. Tipico soggettino che alla lievità dell'apparire contrappone, a dispetto delle intenzioni vere o presunte, la sostanza di una variabile dirompente. Soffia, non travolge. Ma sconvolge, eccome se lo fa. E un bel giorno, benché infausto secondo la vulgata corrente, i due s'incontrano.

"Ciao, lo sai che hai l'effetto di piegarmi?", disse il giunco.

"Ma figurati, capirai che razza di problema - ribattè sicura la Brezza -. Sei un giunco, ti pieghi ma non ti spezzi mai... E' nella tua natura".

"Mi dicono che assomiglio piuttosto a uno di quegli alberti secolari, dritti come fusi, destinati a rimanere eterni e senza sbandamenti nell'immaginario collettivo".

"Forse sì, ma nei manuali di botanica sta scritto che è normale che al primo alito di vento ti pieghi. Nulla di strano, è la natura ad avere determinato il tuo destino. Alla fin fine, sei più saldo e stabile di un palo della luce".

"Ti ribadisco che tu, nonostante tutto, hai il potere di farmi vacillare...".

"Sono solo paranoie. Poi vedrai che ti rimetti in piedi: qualche salutare scossone non avrà il potere di scombussolarti l'esistenza. Del resto, dovresti esserci abituato. E io non sono abbastanza forte, forse nemmeno da piegarti. Sono solo una brezza come tante, che cos'ho di più?".

"Lieve o non lieve, ogni volta che soffi mi sento come se mi dovessi spezzare da un momento all'altro".

"E' una tua convinzione, oserei dire un'ossessione. Che cosa avrò mai io per mettere in discussione la tua esistenza? Hai vissuto finora, continua a vivere come prima".

"No, prima ero abituato a ben altro. Inteso come uragani, tempeste, mistral... Tutto quello che vuoi. Ma da quando t'ho incontrata, non sono più io. Mi sento perennemente in bilico".

"Mi sopravvaluti. Sono solo una brezza, una piccola parentesi. Impossibile che tu non riesca a farci il callo, proverbialmente resistente come sei".

"O come dovrei essere, vorrai dire... Non so, ma da quando ho incontrato te, tutte le leggi scritte o non scritte sono evaporate nel nulla".

"Sei pazzo...".

"Mai stato così cosciente in vita mia. Sono le mie radici a dirmelo, dolendomi ogni volta che riappari al mio cospetto".

"La tua è una fissa. Scientificamente devi aver passato di peggio, rimanendo sempre al tuo posto. Abile e arruolato: non è che puoi sfuggire al ruolo di giunco, madre natura te l'ha assegnato e devi tenertelo".

"Che tu sia vento o Brezza, poco cambia. Io sono l'albero che si piega, siamo d'accordo. Per l'appunto: io non ho alcun senso senza di te".

"Una qualsiasi ragion d'essere puoi trovarla quando vuoi. Sei condannato a piegarti senza mai recedere di un solo passo... Quante volte dovrò dirtelo ancora?".

"Non posso vivere senza di te. Accarezzami ancora, ti prego. Non ti chiedo nulla: solo di continuare a esserci, anche se lontana".

"Impossibile. La tua vita non mi riguarda né m'interessa. Io vado avanti per la mia strada, soffio dove mi pare e piace. Se tu stai lì in traiettoria, è solo un problema tuo".

"Tu non puoi irrompere sul mio cammino e infischiartene. Tutto ha una conseguenza necessaria, anche i moti involontari".

"Non sai quel che dici".

"Lo so fin troppo bene, invece. Tu appari e poi pretendi di scomparire, o di non essere considerata. Eppure io ti ho fatto dono di me stesso, per quel che vale ovviamente. Che altro posso fare? Sarò anche in balia dei venti, ma io voglio solo la Brezza. Quella che ha messo in discussione tutte le mie certezze, l'unica cosa che voglio avere".

"Ma non puoi averla. Non spetta a te decidere quello che ti viene incontro o no: devi solo limitarti a subire, incassare e ripartire. Così fan tutti, a quanto pare".

"Non ci riesco. Io chiudo gli occhi e ti sogno. Non voglio essere percosso da chissà quale tornado. Voglio essere travolto dal Tutto. E il Tutto sei tu".

"Sei in fissa, devi farti curare...".

"Può darsi, ma non intendo guarire. E' qualcosa di troppo superiore alle mie povere possiblità. Voglio la mia Brezza. Perché non la posso avere?".

"Perché non sei nato con la facoltà di decidere. Devi solo lasciarti andare e sopportare. Che cosa ti avrò mai fatto, io, per piegarti più di quanto non abbiano fatto mille tempeste? E sì che sei giunco, dovresti essere abituato a molto peggio... E se davvero ti sconvolgo, perché mi cerchi?".

"No, io rispetto la tua volontà. Spira pure dove ti pare: non condivido la tua scelta, visto che si nutre di pregiudizi nei miei confronti. Dici che tu soffi dove vuoi, ma evidentemente non ti sei controllata abbastanza. Io ti ho sentito addosso e non posso più fare a meno di te. Chiamala una malattia, o quel che vuoi".

"E ora che sai che preferisco rivolgermi altrove, che cosa cambia?".

"Per te niente, per me tutto. Non riesco ad andare oltre, tutto qui. Non c'è niente di più soave di te, nell'intero universo".

"Tu sei solo una quercia che finge di essere giunco, per poter pietire qualche attenzione. Reciti una parte, come molti altri".

"No davvero, sei fuori strada. Io non so più neanche che cosa sono. La mia unica certezza è che andare avanti senza di te è un pensiero che mi tormenta e m'inquieta: non voglio essere diritto e imperturbabile, ho bisogno di essere piegato. Ho la necessità impellente di sentirmi flessibile...".

"Sei proprio folle oltre ogni dire. E perché ogni due per tre sparisci? Ti faccio dunque così male? E come puoi andare alla ricerca di ciò che ti procura soltanto sofferenza?".

"Ti sbagli, continui a non capire o a fingere di non capire. E' la disillusione a percuotermi. Forse il dolore di una comunicazione fra sordi, o tra chi gioca a non capirsi. Ma di te ho bisogno. Mi piego e forse non mi spezzerò: sia quel che sia, ho il diritto anch'io alla mia Brezza. Altrimenti, perché stare al mondo? Sei quanto di più bello e sconvolgente possa esistere nell'universo".


(Silenzio, l'ennesimo. E la Brezza spira, incurante di tutto)
view post Posted: 16/10/2009, 13:01 I tifosi a me han rotto le balle - Bar dello Sport
CITAZIONE (http @ 21/9/2008, 12:51)
Io vado allo stadio da una vita e non mi sono mai trovato nei casini e vado in gradinata.
Ho fatto trasferte e non è successo nulla.

Approvo la foto dell'avatar senza riserve. :D
view post Posted: 14/10/2009, 02:53 Omofobia? Beh, gli allogeni vanno rispettati a prescindere... - Attualità e politica
http://corrieredelveneto.corriere.it/padov...871855551.shtml

A Bergamo, solo perché non è passata una mozione di un consigliere di minoranza che spacciava i cosiddetti Lgbt (lesbiche, gay, bisex e transex) come perseguitati politici, levate di scudi scandalizzate. E sì che il Comune darà il proprio patrocinio - secondo me assolutamente superfluo - a non so quale grande manifestazione nazionale contro l'omofobia da tenersi nel 2010. A Padova gli eroi della globalizzazione al kebab assaltano una coppia lesbo e manco uno stronzo che dica qualcosa: si capisce, loro hanno diritto di imporre la loro subcultura a casa nostra, e chi se ne lagna è passibile di accuse di islamofobia, xenofobia e chissacosaltrocazzofobia. Difendono il loro diritto a dare via il culo, e poi fanno i froci con quello di tutti gli altri. Tipico.
view post Posted: 14/10/2009, 02:43 I PARTITI TREMANO! - Attualità e politica
Treviso è una delle città meglio amministrate d'Italia, se è vero che l'ha ammesso perfino uno scribacchino devoto ai poteri forti (ferocemente antileghisti) come G.A. Stella. I cittadini votano liberamente per eleggere i propri rappresentanti negli organi di governo degli enti locali, sulla base del programma presentato in sede di campagna elettorale. Chiunque può esporre richieste, istanze e proposte al consiglio comunale tramite raccomandata A/R indirizzata - per conoscenza, per la registrazione ufficiale del documento e per l'opportuno smistamento - all'ufficio del protocollo. Non comprendo quale sostanziale differenza ci sarebbe nel presentare tali querimonie in forma diretta in aula consiliare, a parte il sicuro risultato di allungare all'infinito i tempi del dibattito tra maggioranza e opposizioni. E quanto all'appello, con toni ingiustificatamente ultimativi, alla "democrazia diretta", ricordo che nell'unico esempio della storia di tale pratica istituzionale era d'uso revocare gli eletti o comminare condanne a morte sommarie: mi sembrerebbe una poco degna appendìce del terrore rivoluzionario alla escargot, tipico di culture allogene totalmente aliene dalle nostre solide radici democratiche.
view post Posted: 27/6/2009, 23:44 Muore anche Micheal Jackson - Cinema e Spettacolo
Ovviamente nella giornata di sabato il suo agente ha smentito che il nostro sia morto d'infarto...
view post Posted: 23/6/2009, 00:10 ma alla fine chi caspita ha vinto? - Attualità e politica
24ORE

Roma, 23:54
COMUNALI 2009: CAPOLUOGHI, CS-CD 16-14 (NEL 2004 25-5)
Il centrosinistra vince di misura per 16-14 le amministrative 2009 per quanto riguarda i comuni capoluogo. Si tratta pero' di una vittoria striminzita, perche' nel 2004 il risultato fu 25-5. Il centrosinistra non riesce a strappare neppure un comune al centrodestra. Il centrosinistra conferma 16 sindaci di comuni capoluogo: Potenza, Avellino, Bologna, Ferrara, Forli', Modena, Reggio Emilia, Ancora, Pesaro, Bari, Foggia, Firenze, Livorno, Perugia, Terni e Padova. Il centrodestra strappa i sindaci di Pescara, Bergamo, Cremona, Pavia, Campobasso, Biella, Verbania, Caltanissetta, Prato e conferma i sindaci di Imperia, Ascoli, Vercelli, Brindisi e Teramo.

(www.repubblica.it)

Cari figlioli di Scalfarieugenioexnazistaorarossopiudelfuoco, andate a dirlo a Franceschini che ha problemi con il pallottoliere.
:D
view post Posted: 22/6/2009, 23:05 ma alla fine chi caspita ha vinto? - Attualità e politica
Franceschini, il leader - pardon, l'uomo di paglia - del partito della gossipolitica all'amatriciana, esulta per "l'arretramento delle destre" al turno di ballottaggio delle elezioni amministrative. Il centrodestra strappa al centrosinistra un comune da sempre rosso vivo come Prato, forse stanco di convivere con una forte presenza di giallo che puzza di dumping lontano un milione di chilometri. ma di altri esempi similari ce ne sarebbero a bizzeffe. Anche le province di Milano (notoriamente ininfluente...), Belluno, Venezia e Savona - senza contare quelle conquistate al primo turno da Pdl+Lega - cambiano colore. Domanda non oziosa: che cazzo gli salta in mente a Franceschini? Persino a Sassuolo la sua armata brancacoglione è riuscita a perdere. Chi di moschea ferisce...

Alcune cifre della disfatta catastrofica del centrosinistra, che al massimo può rifarsi per qualche comune conquistato a livello ultralocale grazie a inciuci, tradimenti dei soliti voltagabbana e paravento garantito dalle c.d. "liste civiche": 25 province su 62 cedute di schianto al centrodestra (che cinque anni fa ne governava 9, ora 34), 16 comuni capoluogo su 30 mantenuti a fronte dei 25 conquistati (o tenuti stretti) nella precedente tornata amministrativa, Prato espugnata dopo 63 anni. Vai a cagare, Franceschini.
:D
view post Posted: 22/6/2009, 14:32 ma alla fine chi caspita ha vinto? - Attualità e politica
Il dovere civico e il diritto alla disinformazione

Scandalo e vergogna, avevano gridato a sinistra. Motivo? Il mancato accorpamento dei famigerati tre quesiti referendari al primo turno delle elezioni amministrative. Scandalo e vergogna, avevano berciato i megafoni del centrosinistra, facendo da cassa di risonanza alle montature (mediatiche) sulle avventure sessuali (presunte e, udite udite, perfino etero) del presidente del consiglio. Un settantatreenne che, stando alle indiscrezioni dei soliti noti (quelli che difendevano a spada tratta - a ridaje con le metafore di bassa lega! - i mugoloni di Clinton), monterebbe come un toro. Monta il Berlusca, ma sempre meno delle polemiche di lana caprina costruite intorno a lui e all'operato di maggioranza ed esecutivo.

Ogni occasione è buona per rilanciare la crociata contro l'Unto del Signore. Topless delle topolone-Topolanek e cazzi suoi a parte, c'è la questione politica - passata chissà come in secondo, se non ultimo, piano - del referendum. Abolizione del sistema di coalizioni con relativo premio di maggioranza, da attribuire al solo partito di maggioranza relativa, con la soglia di sbarramento per accedere al Senato alzata all'otto per cento. Una spoliazione del diritto di rappresentanza politica che manco la legge truffa di De Gasperi del 1953, ferocemente contestata dai comunisti di allora, i cui epigoni si sono riciclati oggi sotto bandiere esangui e sbiadite. Si capisce, manca la memoria storica, e il pallino della democrazia rappresentativa ha ormai lasciato il posto all'insana monomanìa del bipartitismo all'americana, per cui chi piglia un alito fognato più dell'altro si porta a casa pentole, coperchi e pure le pietanze che vi cuociono dentro. A fuoco lento, come il senso delle proporzioni di certa classe dirigente arruffona e menzognera: "E' il ricatto della Lega!", strillano, dimèntichi del fatto che loro sono scivolati su un'inchiesta sulla moglie dell'infido Mastella, uno che aveva un decimo dei voti dei Bossi-boys e per racimolare consensi regalava raccomandazioni, prebende e torroncini beneventani doc.

Negli altri Paesi del Vecchio Continente, ma possiamo allargare l'orizzonte a tutto il mondo civilizzato, il gossip esiste eccome. Cionondimeno, rimane confinato entro i limiti - tutt'altro che angusti, ma netti ed inequivocabili - dei tabloid. Altrove i fatti privati, o presunti tali, si mescolano alla politica ma non vi si fondono in un unicum magmatico. Alimentano con iniezioni di iodio il sale della polemica quotidiana, ma non ne costituiscono l'essenza. Accanto ai media scandalistici, che ancora oggi contano sulle sise in terza pagina per appagare i crassi appetiti dei segaioli, esistono anche il Guardian e il Times. Poi, vabbe', esiste anche il Times ma con il "Financial" davanti, l'organo ufficiale di lobbisti e poteri forti della finanza internazionale: quello che insegna alla carta da cesso erreciesse-debenedettiana di casa nostra la strada maestra per trasformare il bikini della moglie del premier ceco in argomento politico da prima pagina. Ma tant'è: noi, da provinciali, ci facciamo convincere che la presunta virtù della diciottenne Noemi da Napoli valga almeno quanto la tornata amministrativa, perché screditerebbe il Cavaliere e l'Italia agli occhi del mondo.

Non ci si lamenti, poi, se i contenuti di un referendum tra i più demenziali, assassini e inutili della storia passano in secondo piano. La Bonino, quella che a miracol mostrare esibiva - temporibus illis - gli aborti nel vasellame da confettura, si precipita a occupare la Rai guidando la ciurma degli scandalizzati. "Non s'è fatta informazione", si sente berciare dall'ennesimo megafono. Ma come, questioni dirimenti come la Noemi e la sorca che gira nella villa privata del presidente del consiglio sono già cadute nel dimenticatoio? Non s'era parlato forse di impeachment, cosa che esiste solo negli USA - a ridànga: ma lorolì non erano comunisti, un tempo? Potere delle sirene del villaggio globale -, per fatti privati trasformati in pubblica berlina e per voci da corridoio degne del peggior Corona elevate a scienza politica?

Fin qui le chiacchiere, decisamente meno accattivanti di quelle degli ubriachi da fiera. Restando sul terreno dei fatti, poi, la mazzata finale: calo dei votanti già al primo turno, sconfitta di proporzioni disastrose per il PdG (Partito Democratico del Gossip), quorum referendario raggiungibile nemmanco col binocolo. Signore e signori, il pranzo è servito. Chissà che la prossima portata non riservi all'opinione pubblica una sbobba appena più appetibile. Per ora le flatulenze derivanti dalla mala digestione delle polpette avvelenate del centrosinistra appaiono così potenti che qualche testa d'uovo della nuova gossipolitica all'amatriciana s'è ritrovata con il crine ossigenato, come una checca senza argomenti. E Berlusconi, con la sua asfaltatura craniale da venditore di checchessia, ancora una volta è riuscito a farci un mezzo figurone. Chapeau.
view post Posted: 8/6/2009, 12:33 Morto David Carradine, "Kung fu" - Cinema e Spettacolo
http://www.corriere.it/spettacoli/09_giugn...44f02aabc.shtml
La tragica vicenda si tinge sempre più di giallo. Tirata in ballo perfino una fantomatica setta di kung fu a cui il nostro avrebbe dato segretamente la caccia... Senza contare le indiscrezioni dell'ex moglie di Carradine su certe sue abitudini intime, di cui avremmo fatto volentieri a meno.
view post Posted: 8/6/2009, 10:52 Racconto antidepressivo - Off topic
La mamma della capocuoca? Iddio me ne scampi, lavora pure in un centro d'igiene mentale. :D :D
view post Posted: 7/6/2009, 00:47 Racconto antidepressivo - Off topic
Inutile girarci intorno, anche perché c'è ben poca roba sui cui dibattere. La questione assomiglia troppo a una ciambella già afflosciatasi in fase di lievitazione: in mezzo, un buco enorme, dentro cui appoggiare il mento per gettare uno sguardo disincantato su una realtà cruda e indecifrabile. E all'infuori di quella voragine aperta sul vuoto pneumatico, la torta mal riuscita: un ammasso informe di buone intenzioni e di obiettivi costruiti sulla fragile impalcatura delle illusioni.

La superficie ricorda una fetta biscottata. Di quelle bruciate, però, esattamente come certe persone che hanno trovato il coraggio di esporsi e mal glien'è incolto. Sotto sotto, un ammasso caotico di farina, uova, latte e burro. Che si è già "seduto" nello stampo, perché evidentemente la quantità di lievito utilizzata dal cuoco, inesperto demiurgo alla prese con una materia a lui ignota, era insufficiente. Un'opera d'arte figlia del caos delle idee di chi ha tentato di plasmarla: un'accozzaglia senza capo né coda di ingredienti assemblati alla bell'e meglio. Come la tormentata esistenza di chi, messo di fronte a un sentimento mai provato prima d'ora, decide di buttarvisi a pesce, soffittando insicurezze e timidezza caratteriale. Senza rimediarne altro che la propria rovina: obiettivo fallito, ciambella con più buco che materia da mettere sotto le fauci, e insanabile dicotomia tra l'immagine del dessert idealizzata e l'amorfo risultato degli sforzi culinari, roba indigesta e strutturalmente instabile che sa di bruciacchiato.

Ma in testa c'è sempre lei. La torta che doveva uscire bene ed è venuta malissimo, s'intende. Eppure, suggerirebbe qualcuno che la sa più lunga, sarebbe bastato seguire alla lettera le istruzioni impresse a chiari caratteri sulla scatola del preparato. Invece no, a essere sbagliato è l'assunto di partenza. Ovvero pretendere di sfornare un dolce improvvisandosi cuoco provetto, quando non si è nemmeno capaci di fare due uova al tegame. Ovvero mirare a un traguardo che già in partenza aveva in sé la ragione prima del suo mancato raggiungimento: il falso chef vedeva la sostanza intorno, senza badare al buco. E c'è finito dentro, con pentole e coperchi. Perché l'ha fatto, allora? Semplice: la capocuoca ha avuto l'imprudenza di elargirgli un sorriso, che da sguattero - secondo la visione obnubilata e miope del poveretto - l'avrebbe trasformato nel Gualtiero Marchesi della situazione. "Prova un po' a metterti di buona lena - sembrava dire quello sguardo incantevole ed incantato -, ma devi riuscirci da solo...".

Il servo di cucina tale è rimasto. Sette mesi di tentativi infruttuosi, capocciate al muro moltiplicate per settanta, come nella parabola dei fratelli e del perdono. La capocuoca, che l'ha tirato quadro sfogliandogli di tanto in tanto davanti agli occhi le immagini edulcorate e invitanti della meta culinaria, ha smesso di guardarlo e di parlare alle sue fantasie oniriche, che però sembravano prefigurare scenari così realistici... Il buco, stavolta nero, s'è impresso indelebilmente nel cervello del povero deficiente, che è rimasto a contemplare la ciambella implosa e coperta da un sinistro strato di fuliggine e farina riarsa. Ma per colmare quel vuoto con il fallimento intorno la soluzione, casereccia eppure potenzialmente efficace, c'è. Pensare a una torta piana, piena, senza bizantinismi o cineserie creative. Un dolce con pochi ingredienti di immediato reperimento e di ancor più agile utilizzo, quello con la crema pasticcera dentro e i pinoli sopra, velati da un sottile strato di zucchero impalpabile. La metafora stessa dell'incongruità, dell'inconsistenza e insieme della semplicità dell'esistenza umana: riempie il palato, è gustosa ma non troppo, e soprattutto un qualunque barbone può farsela da solo. Senza farsi suggerire l'iter fra i fornelli immaginari da parte di una sedicente capocuoca, così solipsisticamente molesta e arrogante da essere capace soltanto di far collezione di sguatteri. Il buco della ciambella, con il nulla tutt'intorno, alla fine sarà il nutrimento unico delle sue vacue giornate di solitudine. E il poveraccio che voleva improvvisarsi cuoco, forse, dal nero bruciato di quella cucina uscirà in trionfo.
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